martedì 15 novembre 2016

step_14: Chimica

Il Blu di Prussia, come ogni compostoha nomi diversi a seconda della nomenclatura a cui si fa riferimento; alcuni di questi sono: ferrocianuro ferrico, esacianoferrato(II) di ferro(III), e esacianoferrato ferrico. 

Fin dalla sua scoperta, il pigmento è stato identificato in due diverse forme, quella solubile: KFe(II)[Fe(III)(CN)6] 
e quella insolubile: Fe(III)4[Fe(II)(CN)6]3·6H2O.

Il pigmento si ottiene per reazione tra il ferrocianuro di potassio e ioni di ferro(III); il colore è talmente intenso e caratteristico da rendere questa reazione adatta per il rilevamento del ferro o dei cianuri.

Il blu di Prussia può essere utilizzato anche da agente chelante e nel trattamento per l'avvelenamento da metalli pesanti. In particolare, viene usato per i pazienti che hanno ingerito cesio o tallio radioattivi (o anche per il tallio non-radioattivo).

Il blu intenso del blu di Prussia è causato dal trasferimento di elettroni da un atomo di ferro ad un altro all'interno della molecola. Viene assorbita luce a 680 nm (rosso), provocando il trasferimento di un elettrone da un atomo di Fe(II) a uno vicino di Fe(III). La luce trasmessa risulta blu.

Nonostante la presenza dello ione di cianuro, il blu di Prussia, come altri ferrocianuri, non è particolarmente tossico a causa del forte legame tra gli ioni di cianuro e di ferro. Comunque, se trattato con acidi forti concentrati può liberare il cianuro in forma di cianuro di idrogeno (più noto come acido cianidrico), che è estremamente tossico.

















(pigmento di blu di Prussia, fonte: https://en.wikipedia.org/wiki/Prussian_blue#/media/File:Pigment_Berliner_Blau.JPG)


Fonti:
http://lem.ch.unito.it/didattica/infochimica/2010_Pigmenti/blu_prussia.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Blu_di_Prussia

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